Cia Lombardia: bene il marchio Prodotto di Montagna. Puntare a creazione rete di produttori

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Con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e l’utilizzo del marchio “Prodotto di montagna” Regione Lombardia ha organizzato lo scorso 21 luglio un incontro in videoconferenza, a cui ha preso parte anche una delegazione di Cia Lombardia composta dalla Vicepresidente Lorena Miele, dal Presidente di Turismo Verde Lombardia, Niccolò Reverdini e dalla funzionaria Giada Edefonti.

Gli onori di casa sono stati fatti dall’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi e le relazioni sono state presentate dai funzionari Donatella Parma e Laura Ronchi, per Regione Lombardia, e Daniela Masotti per ERSAF. L’incontro era rivolto alle associazioni agrituristiche, in quanto l’ultima legge regionale sull’agriturismo, a seguito di un emendamento presentato dal Consigliere Simona Pedrazzi (presente alla riunione), ha previsto che nell’80% di utilizzo obbligatorio dei prodotti di aziende agricole siano compresi quelli a marchio “Prodotto di montagna”.

Il marchio di qualità “Prodotto di montagna” può essere conferito a prodotti agroalimentari composti da materie prime prodotte in montagna e la cui lavorazione avviene in zone montane o entro i 30 km dai loro confini amministrativi, per i derivati del latte si scende a 10 km. Scopo del marchio è quello di dare un valore aggiunto alle produzioni delle aziende agricole montagne, che possa aiutarle a meglio collocarsi sui mercati. Il “prodotto di montagna” è un marchio di qualità non certificata, poiché per poterlo ottenere occorre produrre secondo protocolli specifici, ma invece di avere un organismo terzo che né certifica il rispetto, è il produttore stesso che né garantisce la congruità mediante l’autocertificazione, avvalendosi di procedure di tracciabilità.

I principali requisiti per poter ottenere il marchio “Prodotto di montagna” sono, come già detto, lavorazione su territorio montano o entro i 30 km dal suo confine amministrativo (si scende a 10 km per i derivati del latte) materie prime prodotte in montagna, frutta e verdura deve essere prodotta in montagna e per le produzioni animali, l’allevamento in montagna per buona parte della loro vita dei capi di bestiame e la loro alimentazione in buona parte con alimento secco prodotto in montagna (50% per animali monogastrici, 60% per ruminanti, 25% per suini). Informazioni più dettagliate, con anche tutte le normative di riferimento e le modalità per ottenere il marchio, sono presenti sul sito di Regione Lombardia nel portale dedicato alle imprese agricole. ERSAF sta incentivando l’adesione al “Prodotto di montagna” presso i conduttori dei suoi alpeggi, attraverso agevolazioni.

Niccolò Reverdini, Presidente di Turismi Verde Lombardia, è intervenuto ricordando anzitutto il legame da sempre esistente tra campagna di pianura e campagna di montagna. Un connubio che deriva anche dal sistema delle acque, come citato nel libro Notizie naturali e civili su la Lombardia – 1844, di Carlo Cattaneo.

Ha poi sottolineato l’importanza di questo marchio regionale che valorizza i prodotti di montagna (privi di altri marchi specifici dop o igp) e consente loro di avere maggiori sbocchi di mercato ed essere venduti anche ad aziende agricole che praticano agriturismo, creando così una rete di commercializzazione virtuosa.

Infine ha posto l’accento sull’importanza di finanziare caseifici sociali nelle valli per la trasformazione di questi prodotti (soprattutto quelli lattiero caseari). Elemento che valorizzerebbe ulteriormente l’economia di montagna.

Anche la Vicepresidente Cia Lombardia Lorena Miele ha sostenuto l’utilità di questo marchio come elemento che possa aiutare le aziende agricole di montagna a valorizzare e a meglio piazzare sul mercato i propri prodotti. Ha poi sottolineato che sarebbe molto utile la creazione di una rete tra produttori di montagna, che possa anche aiutarli a reperire tutte le materie prime necessarie al rispetto dei requisiti richiesti per l’acquisizione del marchio stesso.

Dal dibattito è inoltre emersa l’utilità che avrebbe la creazione di una filiera del “Prodotto di montagna”, che possa aiutarne la diffusione e la commercializzazione.

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