Coronavirus: il nuovo Dpcm ferma le attività non essenziali. L’agricoltura resta aperta

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È entrato in vigore il nuovo decreto della Presidenza del Consiglio che stabilisce la chiusura di tutte le attività produttive considerate non essenziali. Dalla nuova stretta del governo, decisa per contenere di più e meglio l’avanzata del Coronavirus in tutta Italia, restano fuori agricoltura e

alimentare. Considerate strategiche insieme a sanità e trasporti.

Più in dettaglio, secondo il decreto, “continuano le attività per le coltivazioni agricole, dell’allevamento e della produzione di prodotti animali. Allo stesso modo, continuano tutte le attività di pesca e acquacultura, nonché la fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura. Prosegue l’attività dell’industria alimentare e delle bevande, così come la fabbricazione di macchine per questi settori”.

Di fatto, lo stop è attivo da oggi giovedì 25 marzo, avendo il decreto dato tre giorni di tempo alle aziende per adeguarsi. Sono 80 le attività che restano operative: oltre ad agroalimentare, sanità, trasporti, anche poste, edicole, tabacchi. Restano al lavoro anche call center, badanti, colf, portieri, professionisti e giornalisti.

Nel decreto, anche l’allineamento delle date di scadenza delle precedenti restrizioni: tutte prorogate fino al 3 aprile.

Il decreto del Presidente del Consiglio del 22 marzo 2020 è consultabile al link:

https://bit.ly/39lyDs5

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